"Chiudiamo Sicilia e-Servizi e rivediamo il sistema di gestione dell'informatica della Regione siciliana". E' la decisione presa dal governo di Palazzo d'Orleans, come riportano alcuni quotidiani locali, e annunciata dall'assessore Luca Bianchi. La società che è partecipata al 51% dalla Regione, e per il restante da soci privati, ha gestito decine di milioni di euro costando alla Regione quasi 25 milioni di euro all'anno per la manutenzione di software e hardware. Senza contare i fondi europei appaltati direttamente almeno 150 milioni, sui quali Bruxelles ha aperto un'indagine. Nell'articolo Sicilia e-Servizi software milionario (gennaio 2011) si parlava dello scandalo.
L'Olaf, l'Ufficio europeo per la lotta antifrode, ha chiesto ''chiarimenti in merito alla congruita' degli importi e di eventuali contratti di subappalto stipulati dal 2005 in poi, oltre che a dettagliate informazioni circa il bando di gara pubblico e le convenzioni stipulate con il socio privato'', scrive il capo degli ispettori Eddy Weyns.
"Rivedremo il settore informatico - dice Bianchi, - chiudendo e-Servizi e dando garanzie occupazionali ai 15 dipendenti nell'ambito del riordino delle partecipate: ma sempre nel rispetto dei reali fabbisogni, senza assunzioni in bianco". In che modo? "Creeremo un ufficio speciale - afferma - che gestirà tutti gli appalti informatici e sarà alla dipendenze del dipartimento Funzione pubblica". (da livesicilia)
E' un tentativo per arginare illegalità e opacità delle gare d'appalto nel settore informatico. La gestione e manutenzione del software è divenuto l'El Dorato della corruzione nella PA. L'ingnoranza nel settore facilità il ricorso a trattative dirette o metodi elusivi delle gare d'appalto. Le oggettive giustificazioni con un'articolata motivazione (ovvero, la dimostrazione dell’unicità del fornitore o caratteristiche uniche cucite addosso al fornitore voluto) sono metodi ampiamente utilizzati e seppure smascherabili, difficilmente si giunge ad una condanna. I manager si cautelano con dichiarazioni di professionisti e certificazioni che rendono complicato dimostrare il favoritismo anche se evidente. Il sistema attuale di corruzione e scambio di favori si basa su questa tecnica collaudata. Le norme cambiano ma il metodo resta invariato e per dimostrare la corruzione il magistrato dovrà trovare il vantaggio materiale del corrotto.
La corruzione dilaga, si spera che alla Regione Sicilia e l'assessore Luca Bianchi si attrezzi per non favorire alcuna società. Bisogna utilizzare metodi che mettano al centro la qualità e il suo costo di manutenzione nel tempo, il cosiddetto Total Cost of Ownership (TCO). Per il software ci sono altri parametri da tenero d'occhio come il costo di indipendenza, cioè il costo che l'azienda dovrà sostenere se decide di passare ad altro fornitore giudicato migliore. Basterà prevederlo nella gara d'appalto. Infine c'è un parametro sconosciuto anche a molti ingegneri informatici, ma che incide fortemente tra i costi nascosti: il costo di performance. Il costo di performance non è il semplice costo delle operazioni che un calcolatore riesce a svolgere in una unità di tempo, ma il tempo che l'operatore impiega per svolgere un'attività.
Purtroppo i tecnici guardano solo all'elementare costo più basso nell'acquisto dei servizi, oltre al metodo migliore per fare apparire ineluttabile la scelta predeterminata del fornitore, sulla base di cavilli quali la sicurezza, la conservazione dei dati già acquisiti e tante altre "geniali" bazzecole. (Ale)