Polemiche in Sicilia per l’utilizzo di 27 milioni di euro di fondi europei per progetti informatici da affidare direttamente, senza alcun bando, alla controllata Sicilia e-Servizi.
Esposti alla Corte dei conti, interrogazioni a Strasburgo e all´Ars, tutti sul piede di guerra per i software milionari della Regione. L´assessore all´Economia Gaetano Armao chiede subito di conoscere gli atti «perché è impensabile che la Regione spenda una tale cifra senza alcuna programmazione», e il ragioniere generale Enzo Emanuele ribatte: «Noi tecnici non dobbiamo dare alcuna spiegazione all´organo politico su iniziative di spesa».
Scoppia la bufera sui decreti firmati dal ragioniere generale Emanuele che stanziano 27 milioni di euro di fondi europei per progetti d´informatizzazione affidati direttamente a Sicilia e-Servizi. Tra questi il «protocollo informatico» chiamato Iride: 12 milioni di euro per implementare un software che prevederebbe un sistema di gestione della corrispondenza attraverso il riconoscimento dei dipendenti attraverso l´iride, come avviene in alcuni istituti di credito.
Il software nella PA è un pozzo senza fondo, ingurgita milioni di Euro. Nessuno conosce i costi diretti ed indiretti spesi per il software, non solo per l'acquisto, ma soprattutto per l'assistenza e il mantenimento.
Attualmente Sicilia & Servizi è impegnata nel dotare le ASP di software per la gestione dei CUP (CUP regionale di Sicilia e-Servizi ), tutto fornito a spese della Regione Sicilia. Stranamente però le aziende sanitarie non aderiscono e preferiscono dedicare parte del proprio bilancio per tenere il sistema in uso, pur di non cambiare fornitore...