Associazione Salute

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Ricoverati per decenni in psichiatria

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vignetta_ticket_sanitaroGiuseppe Arancio ha presentato una interpellanza-choc al governo, per chiedere di monitorare i casi di malati tenuti nei centri oltre la data prevista dalla legge. “Io stesso – racconta – ho avuto modo di conoscere la storia di un malato di Butera. Era ricoverato in quel centro da 12 anni. Ma esistono situazioni assai più gravi. Incredibili. In questi anni mi sono tenuto in contatto con alcuni colleghi psichiatri. In tanti mi hanno raccontato di malati tenuti nei centri per quindici, venti, venticinque anni”.

 

Nella provincia di Catania a fronte di 1 struttura pubblica ci sono ben 16 strutture private, con circa 150 ricoverati da oltre 10 anni. In tutta la Sicilia le comunità sono 48. Il numero di pazienti complessivo – dato non ufficiale – supera le 1.500 unità. Quasi 400 di questi sarebbero giunti nel Centro più di cinque anni fa. Il giro complessivo del “business” attorno alle comunità supera i cento milioni annui. Un quarto di questi viene erogato per la cura di pazienti che dovrebbero trovarsi in famiglia, o nelle case di accoglienza o di riposo. Dove la spesa per la loro cura è inferiore di circa la metà.

“Nelle Cta (Comunità Terapeutiche Assistite) della Sicilia, strutture finalizzate alla riabilitazione psichiatrica, – scrive il deputato Pd - si assiste tuttora a ricoveri lunghissimi e spesso a vita (diversi utenti vengono dimessi in seguito alla morte) e il prolungarsi sine die del ricovero vanifica la stessa riabilitazione e danneggia la salute mentale degli utenti. È un dato scientifico, documentato e descritto da molti autori a partire dagli anni 50 – prosegue Arancio - che ricoveri sanitari di lunga durata aggravano la salute mentale dei pazienti causando cronicizzazione e deprivazione sociale”.

“Nel fenomeno dei ricoveri sine die – scrive il deputato del Pd - chi ci guadagna è il privato convenzionato che considera l’utente come una proprietà che produce reddito con conseguenti aggravi economici spropositati a carico di alcune Asp, in particolare a Catania”.

Come sempre, mancano i controlli. Eppure la circolare della Borsellino è molto chiara e fa riferimento al “Piano strategico per la Salute mentale”. Questo piano, scrive l'assessore, “ha tra l'altro indicato i limiti temporali caratterizzanti la durata dei programmi di trattamento. Al riguardo – prosegue la circolare – è previsto che la durata della permanenza in tali strutture non debba superare complessivamente il limite temporale di 54 mesi, di cui massimo 18 mesi per il programma terapeutico-ribalitiativo intensivo e massimo 24 mesi per il programma terapeutico-riablitativo estensivo”.

“La permanenza in tali strutture oltre il limite indicato – specifica Lucia Borsellino nella sua circoalre – si caratterizzerebbe come prestazione inappropriata, che potrebbe anche configurarsi come danno erariale”.  “Il previsto limite temporale massimo di permanenza – si legge infatti nella circolare – non può in alcun caso essere superato e va applicato anche ai trattamenti già i corso”. (da LiveSicilia)

 

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