In Italia per il Coronavirus si muore il triplo che in Corea del Sud. La Corea del Sud, dopo la Cina, è il paese in cui sono stati rilevati più contagi da coronavirus (SARS-CoV-2) e in proporzione meno decessi: su 6.767 positivi, ci sono 44 morti (dati al 7/3/2020 ore 10:00 it). Il tasso di letalità sudcoreano al COVID-19 è al momento inferiore all’1%. Il tasso di letalità globale attualmente si aggira al 3,4%. In Italia, sempre al 7/3/2020, i casi positivi ai test sono 4.636 con 197 morti: con un tasso di mortalità quadruplo 4,24%. Come si spiega?
Al momento si possono fare solo ipotesi. D'altronde anche il numero di ricoverati in Italia è notevole 523 a confronto ad altri paesi, in Corea del Sud 135. Cosa significa? Forse in Italia si ricovera eccessivamente e/o si cura con troppi farmaci che, non essendo stata dimostrata l'efficacia, magari peggiorano le condizioni? Tutte domande lecite, ma si deve rispondere con dati alla mano.
Attualmente 07/03/2020 si possono rilevare i seguenti dati:
Paese | positivi |
ricoverati | morti |
tasso letalità |
tasso ricoveri |
China | 80.651 | 55403 | 3.070 | 3,81 | 68,69 |
South Korea | 6.767 | 135 | 44 | 0,65 | 1,99 |
Iran | 4.747 | 913 | 124 | 2,61 | 19,23 |
Italy | 4.636 | 523 | 197 | 4,25 | 11,28 |
Germany | 670 | 17 | 0 | 0,00 | 2,54 |
France | 653 | 12 | 9 | 1,38 | 1,84 |
Japan | 420 | 46 | 6 | 1,43 | 10,95 |
Spain | 401 | 2 | 5 | 1,25 | 0,50 |
USA | 338 | 8 | 14 | 4,14 | 2,37 |
Da questi dati si può dedurre che non c'è correlazione tra ricoverati e tasso di letalità (numero totale di decessi in rapporto al numero totale di soggetti affetti da Coronavirus). Però ci sono da fare alcune considerazioni...
- sicuramente ci sono differenze di trattamento farmacologico e strumentale tra i vari paesi;
- i dati non sono omogenei, alcuni paesi hanno nascosto le informazioni e le forniscono in modo non corretto e completo (Iran, US?);
- In Cina ricoverano in strutture ospedaliere il 68%? O più semplicemente considerano ricoverati anche se in strutture di fortuna?
- negli USA ci sono più morti che ricoverati! E' lecito pensare che il numero di tamponi non è adeguato, il numero dei positivi è sottostimato, le persone con conseguenze gravi non ottengono un trattamento adeguato, la sanità USA non permette a tutti di avere assistenza...
In Corea del Sud gli individui che risultano positivi e con sintomi lievi, vengono tenuti da subito sotto controllo, sia per evitare nuovi contagi, sia per provare a ridurre l’insorgenza di sintomi più gravi e rischiosi. Anche per questo motivo, sostengono le autorità sanitarie locali, finora è stato possibile mantenere il tasso di letalità al di sotto dell’1%. I responsabili dei centri di ricerca attribuiscono questo risultato alla capacità di intervenire più rapidamente sugli infetti, evitando ritardi. Grazie allo sviluppo precoce di test affidabili, e a una notevole capacità di produzione dei kit necessari per realizzarli, in Corea del Sud si eseguono ogni giorno circa 10mila verifiche su altrettante persone.
Un numero così consistente di test comporta inevitabilmente la rilevazione di molti più casi positivi, considerato che secondo la maggior parte degli epidemiologi i casi effettivi di infezioni da coronavirus sono molto più numerosi di quelli di cui siamo a conoscenza. Questo spiega in parte perché la Corea del Sud risulti il paese con il maggior numero di contagiati al mondo dopo la Cina. La maggior quantità implica che risulti inferiore il rapporto con i decessi causati dalla malattia (il tasso di letalità).
L’approccio della Corea del Sud assomiglia a quello seguito in Italia subito dopo la scoperta dei primi contagi: furono eseguiti in poco tempo centinaia di test, anche su persone che non mostravano sintomi per verificare se fossero comunque già infette o nel periodo di incubazione (il tempo che intercorre tra il contagio e quando si manifestano i sintomi). Nei giorni seguenti, il ministero della Salute e la Protezione Civile hanno cambiato approccio, disponendo che siano eseguiti i test solamente sui pazienti con sintomi tali da fare sospettare la COVID-19.